Sono passati ormai 5 anni dal completamento del Cammino. Di Arianna, la mia compagna di viaggio, non c’è più alcuna traccia. La nostra storia sentimentale ha avuto un finale amaro. Devo dirlo: mi dispiace. I miei sentimenti nei suoi confronti erano davvero genuini. Ero riuscito a vedere in lei una straordinaria bellezza. Ma eravamo cambiati troppo l’uno per l’altra. Ironia della sorte ha voluto che i nostri giorni più belli fossero quelli più difficili, quando si viveva la giornata. Poi arrivò la fortuna ad avvelenare tutto. Devo tuttavia renderle un grande merito: la sua dolcezza nascondeva una grandissima forza, senza la quale mai avremmo potuto compiere questa avventura. A lei dedico questo mio (nostro) lavoro. Credo di averle insegnato moltissimo e le sono grato per la dolcezza che ha saputo donarmi.
Oggi sono papà di una stupenda bambina di 1 anno, la mia vita è cambiata moltissimo. Ma vi confesso che delle volte chiudo gli occhi cercando di tornare con la mente su quei sentieri, a quelle sensazioni. Le percepisco ancora, sebbene cominci a fare fatica a ricordare. Cerco di dare un senso a tutto ciò che ho vissuto chiedendomi se siano serviti per crescere, se mi abbiano davvero aiutato a cambiare, a diventare un uomo migliore: non lo so. Ho commesso molti altri errori. Il cammino non significa redenzione. Può significare fede e penitenza, ma non conduce all’ eterna beatitudine.
Diffidate da santoni e guru e rifiutate qualunque consiglio, anche questo che vi sto dando. Dovete farlo voi, camminando con le vostre gambe e sbagliando con la vostra testa perché il cammino é una profonda esperienza personale. Seppur bella per quanto dolorosa. Non valgono le scorciatoie.
Ricordo con affetto le parole di quelle donne che ci ospitarono nella seconda tappa: “il cammino non ti dà quello chiedi, ma ciò di cui hai bisogno“.
I motivi che mi spinsero in questo viaggio, il desiderio della scoperta, il fascino dell’ignoto, la voglia di compiere un impresa impossibile ed un viaggio tanto esteriore quanto interiore oggi hanno lasciato il posto ad una nuova consapevolezza e a nuove responsabilità.
Ma talvolta leggo ancora i post di chi sta per partire e respiro la stessa irrequietezza, la stessa frenesia di quei giorni:
Forse il cammino mi sta chiamando ancora.